Autosvezzamento vegano, vegetariano o onnivoro?
Oggi sempre più persone scelgono per motivi etici e/o salutistici una dieta vegana, che esclude cioè completamente ogni cibo di origine animale. Se ti stai chiedendo se questa dieta è adatta anche alle bambine e ai bambini piccoli, fin dall’età in cui iniziano l’alimentazione complementare, forse queste considerazioni possono aiutarti.
L’autosvezzamento e l’alimentazione complementare responsiva sono approcci in cui si cerca di valorizzare le competenze delle bimbe e dei bimbi, e di mantenere con loro una comunicazione efficace che favorisca una esperienza sana e gioiosa di introduzione ai cibi solidi. In pratica, si offrono principalmente gli stessi cibi consumati dalla famiglia, adattati alle competenze psico-motorie di lattanti di 6 mesi, in modo che possano cibarsene da soli o con poco aiuto. Questi cibi solidi vengono proposti in maniera complementare all’allattamento (o all’alimentazione con formula) e quindi non rappresentano, almeno all’inizio, un contributo sensibile nell’alimentazione giornaliera della bambina o del bambino. Il valore aggiunto di questo approccio è che, partecipando fin da subito ai pasti della famiglia, la bambina o il bambino imparano ad autoregolarsi, assaggiano quello che viene loro proposto senza sentirsi pressati affinchè finiscano quello che hanno nel piatto e non solo. Infatti hanno l’opportunità di modellare il proprio senso del gusto sulla base di quello che si mangia normalmente in casa. E’ una modalità gioiosa in cui il genitore si prende la responsabilità di fungere da guida, dare il buon esempio e offrire cibi sani, ma accetta che sia la bambina o il bambino a scegliere quanto e cosa mangiare, fra le cose che gli vengono offerte. E’ importante sottolineare che con il mangiare insieme e il dare l’esempio si vuole valorizzare l’istinto della bambina o del bambino di imitare gli adulti che si prendono cura di lei/lui, e che quindi l’introduzione dei cibi solidi viene vissuta come un gioco e una attività interessante.
Se già in casa si segue un’alimentazione vegetariana o vegana, spessp si tende a proporla anche ai figli in età di auto svezzamento. Questo è sicuramente un approccio possibile all’inizio, oltretutto finchè la bambina o il bambino è alimentata/o quasi interamente a latte materno, non ci saranno grandi necessità di controllare la quantità e la qualità di cibo che la bambina o il bambino mangia. Il discorso cambia via via che il tempo passa e che aumenta la quantità di cibo: la dieta vegana per una bambina o bambino piccola/o richiede che si prendano determinate accortezze per evitare che possa assumere troppe fibre (normalmente presenti in frutta, verdure, legumi e cereali in chicco) o che possa non assumere abbastanza nutrienti (essenzialmente grassi e proteine). Tali accortezze sono tanto più necessarie quanto più è restrittiva la dieta, come lo è la vegana rispetto a quella vegetariana che include uova e latticini (il pesce non fa parte della dieta vegetariana).
Ricordiamo anche che la dieta vegana prevede l’assunzione di integratori di vitamina B12 e che questo è indispensabile per la madre durante la gravidanza e l’allattamento e poi per le figlie e i figli se anch’essi seguono questo regime dietetico.
A questo punto, il rischio dell’autosvezzamento vegano è che questo si trasformi in uno “svezzamento classico” con tanto di tipi e quantità di alimenti prefissati ad ogni pasto, e pappe al posto dei cibi della famiglia, allo scopo (giustissimo) di evitare carenze nutrizionali e quindi di far assumere alla piccola o al piccolo tutti i nutrienti necessari per crescere bene e stare in salute. Il rischio non si presenta con la dieta vegetariana (purchè completa e variata), in virtù del fatto che questa include piccole quantità di cibi di origine animale.
Questa è la prima perplessità che suscita la dieta vegana per i bambini piccoli.
Ma l’aspetto più importante, secondo me, è che le bambine e i bambini in età da auto svezzamento hanno una sensibilità diversa da quella degli adulti: questi ultimi innanzi tutto non devono crescere e inoltre possono fare scelte di tipo etico, salutistico e/o razionale. Bambine e bambini viceversa scelgono guidati dalla loro curiosità, voglia di imitare ma anche in base ad un loro istinto e ai loro personali gusti.
Nella mia esperienza, ho potuto notare che la maggior parte dei bambini, se ne ha la possibilità, gradisce uova, carne e formaggi: è giusto privarli al 100% di questi alimenti anche se per motivi condivisibili? E’ giusto far loro condividere una scelta radicale così personale come quella vegetariana o ancora di più, vegana?
In questo senso forse la domanda da porsi non è tanto se la dieta vegana o vegetariana è adatta ai bambini, ma “il mio bambino vorrebbe seguire una dieta vegetariana o vegana?”
Io penso che la scelta se mangiare o no carne e pesce, se mangiare o no cibi di origine animale, sia molto personale e vada rispettata.
Per questo, ritengo più coerente lasciare che i bambini assaggino di tutto, nella fase dell’alimentazione complementare, magari indirizzandoli verso una dieta PREVALENTEMENTE vegetariana e vegana, come ad esempio quella mediterranea classica, in cui la carne o il pesce vengono consumati in quantità moderata (1-2 volte la settimana o anche di meno), e si privilegia la qualità alla quantità.
Questo a mio avviso consente loro di sperimentare e poi, negli anni, scegliere. Non si tratta solo di gusti, ma anche del fatto che il metabolismo di ognuno di noi è diverso e come ci sono persone che stanno benissimo con una dieta vegana, esistono tante altre persone che si accorgono che ogni tanto gi va di mangiare proteine di tipo animale e che questo le fa stare meglio.